sabato 30 agosto 2014

ANCHE GLI ANIMALI HANNO UN DIO




Non esiste crimine più imperdonabile della sistematica e millenaria sopraffazione dell’uomo sull’animale. L’uomo ha trasformato la terra in un inferno, un luogo di terrore e di tormento per gli animali: ha disseminato stabulari, macellerie, concerie, istituti di sperimentazione; ha riempito i frigoriferi e le sue dispense di ossa e parti smembrate dei poveri animali uccisi senza pietà e senza che mai si levasse dal suo cuore un senso di ripulsa e di vergogna.

L’uomo è diventato un torturatore implacabile, un boia spietato di buoi, di cavalli, di maiali, di teneri agnelli, di incantevoli pennuti, di pesci bellissimi, di esseri miti e aggraziati, pacifici, inoffensivi e ha degradato se stesso simile a belva assetata di sangue e affamata di cadaveri. Da essere dotato di emotività, sensibilità e senso estetico si è trasformato in un malefico cannibale rozzo e spietato. Abbiamo trasformato i miti e dolcissimi vitelli dalla struggente bellezza e innocenza, le orgogliose galline, gli spavaldi puledri, i risoluti ed intelligenti porcellini, i teneri conigli, in cose da smembrare, triturare, fare a pezzi, arrostire, bollire per scaricarli nella fogna dopo essere passati attraverso il nostro stomaco insaziabile e vorace. Mai al mondo gli animali sono stati trattati dall’uomo in questo modo infame e disumano.

Urla di disperazione si levano ogni istante dai milioni di scannatoi sparsi in tutto il mondo e mai le vittime sono state così sistematicamente assoggettate; mai depravazione umana raggiunge i suoi massimi livelli come in un mattatoio. Esseri che non hanno che gli occhi per piangere e il cuore per soffrire spaventati a morte per le pene incomprensibili a loro inflitte. Esseri che non hanno la capacità di farsi capire nel nostro linguaggio, che non hanno avvocati, sindacati che li difendano, non c’è amnesty international per gli animali, non ci sono angeli o santi che vengono in loro aiuto: l’animale è solo nel suo sconfinato universo di dolore, inerme nelle mani predaci dell’uomo.

L’animale che ci guarda, con la trepida speranza di essere lasciato in pace, non sospetta che nella mente dell’uomo alberghino piani così diabolici e sconvolgenti. E i veleni della carne ostruiscono non solo le arterie del nostro corpo ma i canali della saggezza, della sensibilità, della spontanea compassione verso le vittime del suo stupido, insensato e spietato egoismo.

Ogni giorno, 365 giorni all’anno, 300 milioni di animali trovano la morte a causa dell’uomo: un coro planetario di urla disumane, imploranti, strazianti si levano inascoltate verso questo mostro sanguinario che tutto sa sacrificare per non rinunciare al piacere del palato. La carne urla e le peggiori malattie dell’uomo sono l’effetto della tremenda nemesi karmica che l’uomo attira su di se e condanna se stesso ad un destino di dolore. Lo schifo ed il ribrezzo che derivano da tali azioni superano di gran lunga ogni possibile proposito positivo.

Per millenni abbiamo costretto gli animali a lavorare per noi come schiavi ed essi, nella loro sacrale ed inoffensiva docilità, hanno obbedito pazienti e rassegnati alla tirannide umana sopportando fatiche immani, fame, tormenti, il castigo del bastone e della frusta; li abbiamo coinvolti nelle mille e sanguinarie guerre fratricide; li abbiamo tenuti in prigione, in posti orribili per tutta la loro breve e infausta esistenza; abbiamo immobilizzato i giocosi vitelli impedendo loro l’innato ed irrefrenabile desiderio di correre e di giocare; li abbiamo castrati, mutilati, tosati, li abbiamo alimentati con cibi schifosi, li abbiamo privati dell’erba, della luce del sole; abbiamo annullato la loro dignità; li abbiamo imbottiti di farmaci per impedire che muoiano prima che giungano al mattatoio; abbiamo tolto alle madri i loro piccoli mentre i loro occhi si riempivano di lacrime; li abbiamo caricati a forza sui camion blindati e li abbiamo portati nell’inferno dei mattatoi dove l’odore del sangue e la vista dei loro compagni di sventura uncinati, sventrati, fatti a pezzi, smembrati, spellati, spesso ancora vivi, li ha fatti schiantare dal terrore.
E ora abbiamo il coraggio di addentare quella maledetta, disgustosa, puzzolente, putrescente parte di cadavere che nessun condimento potrà mai rendere digeribile alla nostra coscienza. E abbiamo anche il coraggio di dare ai nostri bambini questo pasto mortifero. Siano fatte visitare ai bambini le stalle e poi i mattatoi; sia loro spiegato che le bistecche, il prosciutto o la coscia di pollo non crescono sui prati come le margherite o sugli alberi come i frutti. Il crimine della peggiore condizione umana è quello di dare ai bambini da mangiare gli animali che amano.

E non c’è opera meritoria dell’uomo che possa neutralizzare gli effetti di questa immane, folle, insensata, sistematica, criminale carneficina di esseri indifesi, innocenti, miti, generosi, buoni, belli, pazienti. Questo non trova alcun perdono sotto nessun cielo dell’universo. Ma chi mangia cadaveri si cadaverizza. E’ una regola implacabile.

In un costante e dissennato suicidio collettivo ci si ciba di animali morti, di cadaverina, di masse virali, di tessuti in decomposizione. Mangiamo i loro reni, il loro fegato, il loro cuore, il loro cervello, i loro intestini, le loro gambe, la loro lingua, la loro coda, i loro testicoli. Ogni piatto di carne porta con se un messaggio di morte: è un crimine contro la vita e contro l’integrità del nostro organismo di animali fruttariani. Ma anche gli animali hanno un Dio e prima o poi la loro sofferenza ricade sui massacratori e sui mandanti, cioè i mangiatori di carne, e su coloro che ne fomentano l’utilizzo.
Dr.Franco Libero Manco

martedì 26 agosto 2014

IL MONDO CHE VORREI !!!!

Abbiamo una visuale essenzialmente spirituale della società.
Consideriamo l’ambiente ed il regno animale non al servizio e alla dipendenza dell’uomo, ma come parte integrante dell’universo, dove tutte le componenti tendono a compenetrarsi in un unico grande equilibrio, senza sopraffazioni e violenze gratuite, seguendo, se vogliamo, il pensiero di San Francesco.

Abbiamo alle nostre spalle civiltà millenarie che ci hanno insegnato a camminare rispettando l’ambiente e i nostri animali.
Vogliamo un mondo giovane e dinamico proiettato al futuro, ma ancorato alle nostre radici.

Un mondo che vede nella natura e negli animali non una risorsa da sfruttare malamente ed incivilmente, ma un bene prezioso da tutelare.




domenica 24 agosto 2014

CROCCHETTE DI MELANZANE


Ingredienti:
2 melanzane medie 
1 fetta di pane raffermo
latte di soia non dolcificato
1 C di lievito alimentare
4 C di farina di ceci
prezzemolo
pane grattato
olio per friggere

Procedimento:
Lavare le melanzane, tagliare in due e appassire in forno per circa 20 minuti o farli a vapore per 10 minuti . Estrarre con un cucchiaio la polpa e metterla in una ciotola; aggiungere la fetta di pane ammorbidita nel latte e ben strizzata, il prezzemolo tritato, il lievito e la farina, salare e mescolare. Formare delle crocchette ovali, passarle nel pangrattato e friggerle in olio ben caldo. Ricetta di Monica 
Buon appetito 

giovedì 21 agosto 2014

LENTICCHIE SAPORITE





Ingredienti:
170 gr di lenticchie 
aglio
1 carota
seitan affumicato (spacebar della Wheaty)
4-5 pomodori ciliegine
olio evo sale pepe q.b.

Procedimento:
Fare soffriggere in un filo di olio l'aglio schiacciato con l' apposito attrezzo poi aggiungere una carota tagliata a dadini il seitan e i pomodori per 5 minuti poi aggiungere le lenticchie per 2 minuti far soffriggere tutto insieme. Dopo i 2 minuti aggiungere acqua per far cuocere le lenticchie circa 50 minuti.Ogni volta che l'acqua evapora aggiungerne altra.

Buon appetito!!! 

sabato 16 agosto 2014

MI VERGOGNO DI VIVERE IN UN PAESE CHE SI AUTODEFINISCE CATTOLICO !

Affermiamo di non essere capaci di uccidere - che non andremo in Vietnam o in altri posti a uccidere, ma non abbiamo niente in contrario all'uccisione degli animali. Se doveste uccidere con le vostre mani l'animale che mangiate, e sentiste tutta la crudeltà di questa uccisione, mangereste lo stesso quell'animale? Ne dubito fortemente. Ma non avete niente in contrario che il macellaio lo uccida perché voi poi lo mangiate; che immensa ipocrisia che si cela in questo atteggiamento!
Krishnamurti,    "La domanda impossibile"

Tutte queste uccisioni accadono con la benedizione della Chiesa Cattolica, la quale garantisce che questi animali non sentono, non pensano e non hanno alcuna parvenza di anima, visto che l’anima è di esclusiva pertinenza umana. 

Scene come questa hanno beatificato in continuazione i nostri paesi e le nostre città, e sono avvenute all’ombra protettiva di chiese consacrate, di benedizioni sacerdotali e di campanili imbandierati.
Migliaia di sagre paesane, aventi per tema la polenta e il cotechino, la costa e la salsiccia, sono organizzate ogni anno dai pievani e dai monsignori, in nome della devozione e della fede in Gesù Cristo.

Ma ricordate ciò che disse il Signore: "Mi avete sacrificato un gran numero di ovini e di bovini, ma a me non dà piacere il sangue dei manzi, degli agnelli o dei capretti; quando voi alzate le mani, Io distolgo gli occhi da voi e quando pregate non vi ascolto, perché le vostre mani sono sporche di sangue." [Isaia (1:11-15)]

lunedì 11 agosto 2014

BRIOCHE SICILIANA E GELO DI LIMONE

Per la brioche


Ingredienti:
500 gr di farina di farro
un cubetto di lievito di birra
2 C di malto di riso
220 ml di latte di riso
3 C d'acqua + 2 c di amido di mais + zafferano
90 gr di margarina senza grassi idrogenati
80 gr di zucchero di canna
5 gr di sale

Procedimento:
Fate rinvenire il lievito nel latte appena tiepido nel quale avrete sciolto un cucchiaio malto, intanto in un altro contenitore amalgamate l’amido di mais con lo zafferano e l’acqua fino ad ottenere una composto liscio. Mettete la farina in un contenitore più grande, aggiungete lo zucchero, la margarina, il sale, il lievito e il composto di amido e zafferano. Impastate energicamente per almeno 15 minuti fino ad ottenere un impasto elastico ma un po' appiccicoso. Lasciate lievitare in un posto tiepido e lontano da correnti d’aria per 2 ore o finché non avrà raddoppiato il suo volume. Riprendete l’impasto, lavoratelo brevemente e dividetelo in 9 palline da 90 gr l’una. Adagiatene 8 su una teglia rivestita di carta da forno e con il pollice praticate una pressione al centro di ogni pallina fino a creare una piccola cavità concava. Suddividete la nona pallina in ulteriori 8 mini-palline e ponetene ognuna nella sua rispettiva cavità. Trasferite la teglia nel forno spento e lasciate lievitare per un’ora  e mezza. A mezz’ora dalla fine della lievitazione, estraetele e preriscaldate il forno a 180°. Spennellate le brioches col malto sciolto in due cucchiai di acqua calda e fatele cuocere in forno statico per 20 minuti.
Buon appetito!!!


Per il gelo di limone 


per 4 stampini medi

Ingredienti:
750 ml di acqua
180 gr di zucchero di canna
4 limoni non trattati
40 gr di amido di mais
40 gr di fecola di patate
olio di semi di girasole per ungere gli stampi

Procedimento:
Grattugiate la buccia dei limoni in un contenitore, facendo attenzione a non intaccare la parte bianca che è amara. Aggiungete l'acqua fredda, ponete il contenitore in frigorifero e lasciate in infusione per almeno 6 ore. In una casseruola setacciate l'amido e fecola con lo  zucchero e aggiungete a filo l’acqua precedentemente filtrata mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. Portate lentamente ad ebollizione continuando a mescolare. Quando il composto accenna al bollore, aggiungete il succo di tre limoni filtrato e continuate la cottura per 5 minuti fino ad ottenere una consistenza cremosa. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Intanto spennellate 4 stampini medi con l’olio di semi e riempiteli per 3/4 col composto freddo. Trasferiteli in frigorifero e lasciateli rassodare per almeno 2 ore.
Buon appetito!!!

sabato 9 agosto 2014

IL SANGUE DEGLI ANIMALI


L’uomo continua ad essere sensibile di fronte al dolore e all’ ingiustizia.
Il problema è che, con l’aiuto di una cultura cinica ed infame, materialista e venale, alienante e de-responsabilizzante, dichiaratamente ammalante e medicalizzante, è diventato autore e vittima nel contempo di un enorme processo di rimozione cognitiva, mentale, psicologica e spirituale.
Ha rimosso dalla testa e dal cuore un problema, fingendo che esso non esista affatto.
Ad ogni secondo che passa, su questa pallina dell’universo chiamata Terra vengono uccise 6000 diverse creature innocenti.
Tanto bene è riuscito questo processo di rimozione, che i macelli non esistono. 
Non si vedono e non si sentono. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Stanno da altre parti.
Il sangue? Certo che fa senso e fa impressione. Rassomiglia al nostro! Ma chi l’ha mai visto?
Qualcosa come 30 milioni di ettolitri di sangue al giorno.
Un vero e proprio allagamento rosso.
Tanto bene è riuscito questo processo di rimozione che il resto mortuario si mastica disinvoltamente in pubblico, e col sorriso sulle labbra.
Non si chiama cadavere o salma, ma ha altri nomi, tipo fettina,
prosciutto, culatello, musetto, pancetta, trippa, mortadella, salame, bistecca, spezzattino, ragù, roastbeef, fiorentina, bolognese.

Quando l’uomo comincerà a vergognarsi veramente di occupare da cafone opportunista la terra su cui cammina, sarà un grande giorno per chi lo ha creato, ma anche per se stesso.



                                                                                                                                       VALDO VACCARO

mercoledì 6 agosto 2014

PARMIGIANA AL PESTO


Ingredienti:
3 melanzane medie 
affettato vegano  (Viana KIDS LIVE  100g)
Smokey Risella  (facoltativo)
farina q.b.
olio per friggere
lievito in scaglie
noce moscata
curcuma 
sale pepe 

Per la besciamella:
un nocciolo di margarina (circa 50-70 gr)
3 C di farina 
latte di soia circa 500 ml
noce moscata 
sale pepe

Per il pesto:
50 gr di pinoli 
un mazzetto di basilico fresco
olio extravergine d' oliva q.b
1 spicchio di aglio
sale e pepe

Procedimento:
Iniziamo a preparare la pastella: mettiamo farina curcuma e lievito ed aggiungiamo poco alla volta dell' acqua e la sbattiamo con la frusta fin quando vediamo che è una  bella pastella cremosa (non importa se è troppo liquida o troppo densa).
Nel frattempo laviamo e tagliamo le melanzane, non troppo spesse ma neanche sottili. Intanto riscaldiamo l'olio, appena l'olio ha raggiunto la sua temperatura immergiamo le melanzane nella pastella e le caliamo nell' olio (ATTENZIONE A NON BRUCIARVI). Le friggiamo da entrambi i lati e le facciamo asciugare su un piatto. 
Poi prepariamo la besciamella: mettiamo in una pentola la margarina e la facciamo sciogliere, poi aggiungiamo la farina e la giriamo con la frusta, abbassiamo la fiamma e continuiamo a girare aggiungendo il latte un po alla volta,poi alziamo nuovamente la fiamma intanto aggiungiamo anche sale pepe e noce moscata e giriamo fin quando diventa una salsa densa ed appetitosa. (Se per sbaglio avete messo troppo latte non vi preoccupate....preparate in una ciotola un po di farina mischiata con un po di latte, giratela ed aggiungetela alla besciamella se vi risultasse troppo liquida). 
Prepariamo ora il pesto: frulliamo tutti gli ingredienti insieme col frullatore (blender) assaggiamo il pesto ad aggiungiamo quello che manca sale pepe. Aggiungiamo il pesto poi alla besciamella. 
Ora dobbiamo solo assemblare la parmigiana, Prendiamo il tegame  versiamo un po di besciamella verde sul fondo mettiamo il primo strato di melanzane dopo mettiamo l'affettato poi mettiamo la mozzerisella poi la solita besciamella e continuiamo cosi per altri due o tre strati. Sullo strato superiore metterci oltre alla besciamella verde anche un po di veg formaggio grattugiato o del lievito alimentare. Infornare a 180° per 20 minuti. E' buona da leccarsi i baffi.
Buon appetito !!!

martedì 5 agosto 2014

CHEESE CAKE ALLA VANIGLIA E PESCHE




Cheese cake senza tofu alla vaniglia e pesche

Ingredienti:

Per la base:
150 gr di biscotti secchi vegan
70  gr di margarina senza grassi idrogenati

Per lo starto alla vaniglia:
250 gr di anacardi
50 ml  di acqua
50 ml  di agava
50 ml  di olio di cocco deodorato (senza sapore al cocco)
2 bacche di vaniglia di bourbon

Per lo strato alla pesche
150 gr di anacardi
150 gr di pesche
50 gr di agave
50 gr di olio di cocco deodorato (senza sapore al cocco)
1/2  succo di limone

Procedimento:
Mettere gli anacardi a bagno una notte.
Sbriciolare i biscotti ed amalgamarli alla margarina e riempirci il fondo di una tortiera da 14 cm tenerlo in frigo per un po.
Frullare gli anacardi con l'acqua ed agave, poi aggiungerci l'olio di cocco e vaniglia. Riempire il primo strato sulla torta e metterlo in freezer per un ora. Nel frattempo frullare i restanti anacardi con le pesche e l'agave e poi aggiungerci l'olio di cocco e succo di limone. Mettere l'altro strato sulla vaniglia tenere per 6 ore nel frigo prima di servire, decorare a piacere. Al posto delle pesche si può utilizzare qualsiasi altra frutta di stagione, ottima variante con le fragole.
Buon appetito